La deriva dei continenti

Le modifiche della crosta terrestre sono date da produzione di nuova crosta e in distruzione di vecchia crosta.
La Produzione è la causa della deriva dei continenti, che a sua volta genera collisione e distruzione.
Si parla di deriva dei continenti perché i continenti quasi galleggiano su un mantello fluido.
150 milioni di anni fa c’era un unico grande continente, la Gotwana.
La Gotwana si divise in più parti, per il risalire dal profondo di un continuo flusso lavico che creò dorsali oceaniche che separarono i continenti attuali.

La Produzione di nuova crosta: le Dorsali oceaniche

La crosta oceanica ha uno spessore modesto rispetto alla crosta continentale.
Sotto la crosta dei freddi fondali oceanici risale il caldo mantello.
Il caldo mantello nel risalire forma delle lunghe e larghe catene montuose dette Dorsali oceaniche.
La Dorsale oceanica spinge verso l’esterno la crosta oceanica, il fondale oceanico si allarga, impattando sui continenti.
La Dorsale oceanica è alta fino a 3000 metri, ed è larga fino a 3000 km.
Le Dorsali oceaniche sono lunghe catene montuose sottomarine, che si estendono per 70.000 km lungo tutto il globo.

Ad esempio la dorsale atlantica si sviluppa da nord a sud dell’oceano atlantico per migliaia di chilometri e affiora in superficie in Islanda. La dorsale spinge ad est verso Europa ed Africa e a ovest verso le due Americhe.

La Distruzione di vecchia crosta: la Subduzione

Quando la crosta oceanica (placca oceanica) incontra un continente (placca continentale), succede che la placca oceanica si inabissa sotto la placca continentale: è la Subduzione.
La crosta oceanica si inabissa perché più densa, più pesante, e perché più fredda della placca continentale.
Lo scivolamento della placca oceanica sotto la placca continentale forma dal lato dell’oceano una fossa oceanica e dal lato del continente innalza una nuova catena montuosa.

Ad esempio le dorsali dell’oceano Pacifico spingono a est dove impattano con l’America latina, si inabissano ed elevano la crosta continentale latina formando le Ande.

La Fossa oceanica

La Fossa oceanica è adiacente e parallela al continente, può raggiungere i 10.000 metri di profondità, relativamente stretta, e il suo versante oceanico scende dolcemente, mentre il suo versante continentale scende aspramente.
Ad esempio la fossa di Atacama cileno-peruviana nasce dalla subduzione della placca pacifica che erge la catena delle Ande.
La fossa di Atacama è lunga 5900 km, larga 64 km, raggiunge gli 8.055 metri di profondità.

La Collisione di placche continentali

Nella Collisione di placche continentali si formano enormi catene montuose.
Ad esempio la collisione dell’Asia con l’india ha formato la catena dell’Himalaya.
Gli Urali si sono formati dalla collisione di Europa ed Asia.
Gli Appalacchi del nord America si sono formati dalla collisione di nord America ed Africa.

Chi muove le placche?

La differenza di temperatura e di densità delle rocce che compongono la Terra sono il motore delle forze che continuamente sollecitano le rocce deformandole o spaccandole.
Le placche continuamente si sfregano, si urtano, si spingono.

Cos’è una faglia ?

La linea di incontro delle placche si chiama faglia.

La faglia Trascorrente

Le placche anziché scontrarsi frontalmente, possono passare una accanto all’altra.
Lo scorrimento delle placche una accanto all’altra non produce né distrugge crosta: è la faglia Trascorrente.
La faglia Trascorrente è causa di terremoti e talvolta di vulcani, vedi l’Etna.

Deformazione del mantello e della crosta terrestre

Le rocce subiscono pressioni longitudinali e trasversali, per cui si deformano piegandosi in profondità, oppure rompendosi in vicinanza della superficie.

Le Pieghe delle rocce

Nel profondo la Terra è calda, le rocce sono calde, se calde e sottoposte a forze, sono facilmente deformabili: ecco le pieghe delle rocce.

Le Rottura delle rocce

Quando la roccia è sollecitata oltre un certo livello si rompe, è la Rottura delle rocce.

La Compressione e la Dilatazione delle rocce: la teoria del rimbalzo elastico

Il movimento, lo scorrimento e poi la rottura delle rocce avvengono a scatti.
La roccia si lascia comprimere come una molla, ma in seguito a rottura dell’equilibrio, l’energia elastica accumulata durante la compressione si libera.
Sulla superficie della faglia le rocce scivolano grattando le une sulle altre, l’attrito delle rocce libera calore.
Se le rocce non scivolano ma si spezzano, abbiamo violente vibrazioni o oscillazioni della crosta terrestre: sono i terremoti.

Il movimento delle placche in Italia e il tunnel del Brennero

Le Dolomiti si formarono 200 milioni di anni fa nella zona equatoriale, spostandosi poi per  4 mila km a nord, alla velocità di 2 mm l’anno. Un ingegnere che progetta una galleria nelle Alpi deve tenere conto di questi due piccoli millimetri, difatti nel traforo del Brennero l’ingegnere che ha studiato il percorso ha dovuto prendersi carico anche degli economisti. Questi hanno previsto un ammortamento finanziario dell’opera in 200 anni. L’ingegnere ha dovuto prevedere che in questi 200 anni la distanza fra i due imbocchi (Bressanone e Innsbruck) varierà di ben 40 centimetri.