L’endosimbiosi è frutto delle scoperte del novecento, quindi è successiva alla teoria ottocentesca darwiniana.
L’endosimbiosi descrive la trasmissione orizzontale dei geni: una specie inietta in un’altra specie del proprio DNA, provocando non una mutazione casuale, ma veri e propri scambi genetici vantaggiosi.
Ad esempio Griffith scopre nel 1928 la trasmissione orizzontale del gene della resistenza agli antibiotici nello streptococco pneumoniae. Si è poi scoperto che la responsabilità è dei plasmidi, pezzetti di DNA.
Ad Harvard hanno visto che i rotiferi, animaletti pluricellulari grandi qualche millimetro, contengono geni di batteri, di funghi e di vegetali.
Esiste un moscerino che ha preso quasi tutto il genoma di un batterio.
Se andiamo al trapassato remoto scopriamo che nei mitocondri il DNA è molto simile al DNA dei procarioti: circolare e privo di istoni.
Così anche i cloroplasti delle cellule eucariote vegetali derivano dai procarioti.
