L’evoluzione darwiniana è basata sulla competizione, sopravvive solo la specie che meglio si adatta all’ambiente.

Il concetto di evoluzione è ottocentesco, si base sulle mutazioni casuali che determinano cambiamenti di aspetto e funzione, che poi verrebbero selezionate dall’ambiente se funzionali, altrimenti muoiono.

L’evoluzione darwiniana è guidata dalla competizione e non sulla cooperazione, interazione e dipendenza mutuale tra gli organismi.

La teoria darwiniana è figlia dell’ottocento, secolo del dominio incontrastato dell’Inghilterra nel mondo.

Sembra che Darwin sia stato influenzato dal pensiero economico del contemporaneo Adam Smith che sosteneva la bontà della competizione economica: l’utile del venditore diventa l’utile anche dell’acquirente. La teoria di Darwin diventa così la trasposizione biologica della teoria economica di Adam Smith. 

Evoluzione darwiniana

Le aree del DNA biologicamente più importanti sono quelle più protette dalle mutazioni e quindi le meno soggette all’evoluzione darwiniana. Le riparazioni dei danni al Dna sembrano essere particolarmente efficaci in queste regioni più protette.

Le altre teorie evoluzionistiche

La teoria darwiniana affascina, ma non riesce a spiega tutto quello che c’è in natura.

Il modello evolutivo di Darwinin si basa sulla trasmissione verticale dei geni, cioè da madre e padre ai figli, ma nel secolo successivo si è scoperta la trasmissione orizzontale dei geni descritta come endosimbiosi, e negli anni duemila l’epigenetica e il mutualismo.

Ancora più indietro

Nel IX sec. A Baghdad c’era la più grande biblioteca del mondo, e tal Al-Jahith immaginava che specie con caratteristiche anatomiche simili, come cani lupi volpi, avessero avuto antenati comuni. Probabilmente Al-Jahith aveva letto le Storie di animali di Aristotele del 300 a.C.