I Colori del Paleolitico

20.000 anni fa, nel Paleolitico, le grotte venivano dipinte con solo 3 pigmenti: l’ocra giallo-marrone della goethite, il rosso dell’ematite e il nero del carbone vegetale.

Il carbone vegetale nel 3.000 a.C. veniva utilizzato anche nei tatuaggi, ad esempio lo si ritrova nella famosa mummia del Similaun in Alto Adige.

La ruggine del Paleolitico

La goethite e l’ematite sono i componenti principali della comune ruggine.

La goethite è un ossido di ferro idrato: Fe+++O(OH), contenente un 63% di ferro.

L’ematite è l’ossido di ferrico Fe2O3. Le rocce contenenti ematite contengono fino al 15% di alluminio. In natura c’è moltissima ematite, questo significa che essa è il punto di arrivo delle modifiche di tutti i minerali ferrosi, e quindi è stabile e durevole. L’ematite è ottima come affresco più che nei quadri

All’inizio della storia del terra il ferro era disciolto in grandi quantità nei mari colorandoli di verde. Lentamente il ferro marino reagiva con l’ossigeno prodotto dai primi batteri procarioti fotosintetici, come le moderne alghe azzurre. Il ferro si ossidava e precipitava come ematite Fe2O3 e come Magnetite Fe3O4. L’ematite è un ossido ferrico con numero di ossidazione +3, mentre la magnetite è un ossido ferroso: Fe++(Fe+++O2)2. Dopo 5 miliardi di anni il mare è diventato azzurro.

Le Ocra dal Paleolitico

La parola ocra significa giallo e quindi tutte le ocre sono affini al giallo.

Sono ossidi di ferro: goethite ed ematite (vedi dopo gialli del Rinascimento).

I colori Egizi

Il blu egizio è del 3.100 a.C., lo troviamo in Egitto, nel bacino mediterraneo e in Mesopotamia, è un tetrasilicato di rame e calcio (CaCuSi4O10 o CaOCuO(SiO2)4.

Il blu egizio è uno dei primissimi prodotti di sintesi, partendo dalla Malachite cui si aggiunge calce viva cioè l’ossido di calcio CaO e sabbia silicea riscaldati a 950°C per 90 ore in ambiente ossidante. Si ottiene un vetro blu-azzurro che viene polverizzato. La malachite Cu2(CO3)(OH)2 la si trova sempre in superficie cioè il cappellaccio dei giacimenti di rame che subisce l’ossidazione atmosferica, resiste bene alla luce ma si deteriore con l’umidità, infatti è un idrossi-carbonato.

Gli egizi usavano l’ematite (vedi ^ Paleolitico) mischiata a gomma arabica o miele o latte per scrivere di rosso i papiri. La gomma arabica è un prodotto vegetale polisaccaride glicoproteico.

Il mondo classico

In epoca romana si dipingevano i muri con la tecnica dell’affresco, stendendo su un intonaco di calce fresca i pigmenti disciolti in acqua: pigmenti animali, vegetali, minerali, artificiali. Il disegno preparatorio degli affreschi si diceva sinopia. La sinopia era una terra rossa di ematite.

Nella famosa Domus Aurea sul Palatino a Roma le stanze sono affrescate con pigmenti come il cinabro, il blu pompeiano o (vedi ^ i colori Egizi blu egizio), la terra verde, ocra e gialla.

Il rosso-violaceo porpora è un pigmento estratto da un mollusco gasteropode, non perde lucentezza se esposto al sole. Nel nel IV secolo d.C.  un etto di porpora si pagava con tre etti d’oro.

Il rosso pompeiano deriva dal cinabro un minerale di solfuro di mercurio HgS. Il vermiglio è un rosso brillante molto caldo. Contenendo mercurio è tossico. Alla luce il cinabro annerisce, e in ambienti umidi diventa scuro. Il cinabro è un prodotto dell’attività vulcanica secondaria. Estratto già dai romani in Spagna.

l verde rame è la forma anidra del solfato di rame CuSO4, è di colore verde pallido o bianco grigiastro. Invece il solfato di rame pentaidrata, CuSO4·5H2O, è blu brillante viene usato come antifungino nella vite.

Il blu precolombiano dei Maya

In America prima che arrivasse Cristoforo colombo si colorava di blu con una argilla porosa, il fillosilicato Palygorskite (Mg,Al)2Si4O10(OH)·4(H2O) scaldata con l’indaco tratto dalle foglie di Indigofera tinctoria. L’indaco soppianterà il guado come fonte di tintura blu.

Il Medioevo

Soprattutto nel medioevo si usava l’oro vero e proprio ridotto in lamine sottili perchè molto malleabile, caratteristica dei metalli. Le foglie d’oro grandi 8,5 cmq venivano incollate con l’albume d’uovo, o latte di fico, o succo d’aglio. La foglia d’oro veniva poi lucidata con la tecnica della brunitura e dello sgraffito.

L’oro veniva macinato assieme al miele per formare una polvere. Oppure di macinava l’oro assieme al mercurio formando un’amalgama. Poi si separava il mercurio dall’oro riscaldando l’amalgama.

Nel XII secolo per abbassare i costi si diluiva la polvere d’oro con gli stimmi del fiore dello zafferano. Il colore giallo è dato dalla molecola alfa-crocina che è sia idrosolubile che liposolubile.

Effetto oro con l’argento macinato e colorato con lo zafferano.

Bismuto macinato e arroventato dava l’aspetto di oro o argento brunito.

Stagno su cui si applica l’oro come nella Cappella dei Medici di Benozzo Gozzoli del 1459.

I blu del Rinascimento

Nel Rinascimento si utilizzavano tre blu: il blu oltremare, lo smaltino poi blu cobalto e l’azzurite.

Il blu oltremare si ottiene macinando delle pietre dell’Afghanistan: i preziosi lapislazzuli che il mitico Michelangelo utilizzò per il Giudizio Universale.

I lapislazzuli tratti dalla lazurite: Na3Ca(Al3Si3O12)S

Il blu cobalto o smaltino si trova nella smaltite CoAs2 Michelangelo utilizzò per la volta della cappella Sistina lo smaltino.

Ai tempi si riscaldava a 1200°C il monossido bivalente CoO assieme all’allumina, cioè ossido di alluminio Al2O3, ottenendo l’alluminato di cobalto CoAl2O4: il blu cobalto.

Perchè due blu diversi ? Per una questione di soldi.

Un’altra fonte di cobalto è nella cobaltite CoAsS contenente oltre all’arsenico anche lo zolfo.

L’azzurrite 2CuCO3∙Cu(OH)2, non c’è cobalto ma è un carbonato di rame. L’azzurrite è instabile e molto reattivo, per cui inadatta per l’affresco.

I verdi del Rinascimento

Nel Rinascimento ci sono 3 verdi: la malachite, la terra verde e il verde rame.

La malachite Cu2(CO3)(OH)2 (vedi sopra I colori Egizi blu egizio).

Per gli alchimisti il ferro era il metallo di Marte, da cui i pigmenti di Marte, sono ossidi di ferro i gialli, e verdi e i rossi.

La Terra verde o Ocra verde di Verona deriva dall’augite, un silicato di ferro.

L’Augite è un pirosseno, cioè un allumosilicato lineare: (Ca,Mg,Fe2+,Fe3+,Ti,Al)2(Si,Al)2O6.

La Terra verde è un verde poco vivo, è utilizzato per i piani lontani, si mesce bene con tutti i colori.

Il verde rame CuSO4 (vedi ^ mondo classico).

I rossi del Rinascimento

Nel Rinascimento ci sono 2 rossi: vermiglione-cinabro, minio

Il vermiglione derivante dal cinabro (vedi ^ mondo classico: rosso pompeiano)

Il minio 2PbO·PbO2 si ottiene riscaldando i sali di piombo. Alto potere coprente, usato sia in affresco che nella pittura a tempera e a olio. Conosciuto già ai tempi dei romani: generali e imperatori si dipingevano il volto di rosso nelle cerimonie trionfali. Oggi il minio è bandito per la tossicità del piombo.

Nel 1700 compare il Rosso Veneziano si otteneva dalla calcinazione del vetriolo verde Il vetriolo, solfato ferroso FeSO4. La calcinazione elimina sostanze volatili come la CO2 per riscaldamento.

I gialli del Rinascimento

Nel Rinascimento ci sono 3 gialli: realgar-risalgallo, orpimento e giallorino.

Il realgar è un solfuro di arsenico As4S4 ha una genesi idrotermale, talvolta è associato all’orpimento.

Il realgar è fotosensibile, cioè si degrada facilmente se esposto.

L’orpimento è un altro solfuro di arsenico As2S3.

Realgar e orpimento erano conosciuti già dai romani, degradano liberando vapori agliacei, l’arsenico li rende tossici.

L’or di orpimento perchè pigmento d’or: imitava l’oro e teneva i costi bassi.

Sinonimi di orpimento: giallo di zolfo, giallo reale, giallo del re, giallo di arsenico, giallo di china, giallo di Parigi, giallo di Spagna e giallo miele.

Il giallorino di Napoli Pb3 (SbO4)2 derivava dalla calcinazione del litargirio PbO, dell’allume KAl(SO4)2), dell’antimonio di potassio K[Sb(OH)6] e dei sali di ammonio. Il giallorino è stabile alla luce, temperatura e umidità. Asciuga lentamente. E’ un pigmento opaco ma coprente.

Altri tipi di giallo si ottenevano con ossido di piombo e stagno.

Inoltre l’ocra gialla FeO(OH) o limonite, la terra di Siena e la terra di Cipro, furono molto usati da Raffaello e Tiziano (1488-1576), quest’ultimo fece gran uso anche dell’orpimento As2S3.

Il Giallo di Marte era la solita ocra gialla precipitata con basi forti: NaOH, KOH, Ca(OH)2.

L’Arancio di Marte era Giallo di Marte arrostito così da formare un po’ di ematite F2O3.

La polvere d’oro veniva miscelata coi i normali pigmenti per dare lucentezza: Nascita di Venere del Botticelli del 1485.

Il blu di Prussia del 1700

Il blu di Prussia è un ferrocianuro ferrico: solubile (II)[Fe(III)(CN)6] e insolubile Fe(III)4[Fe(II)(CN)6]3·6H2O.

E’ un blu intenso utilizzato anche negli affreschi, e nei colori alla caseina ammoniacale. Da non usare nei colori ad acqua come tempera ed acquarello.

Il blu cobalto degli illuministi

Nell’ottocento il blu cobalto CoAl2O4 si otteneva dal fosfato Co3(PO4)2 o dall’arsenato di Co3(AsO4)2 e allumina Al2O3.

Il blu cobalto CoAl2O4 è molto stabile e facilita l’asciugatura della pittura ad olio.

Vedi Chimica dei Pigmenti della prof. Marcello Guiso