Raccolta del Silomais
L’obiettivo è ottenere un silomais in trincea al 32 – 35% di sostanza secca.
La granella a maturazione cerosa avanzata contiene il 40 – 45% della sostanza secca dell’intera pianta.
Per raccogliere il mais con la giusta quantità di ss bisogna raccogliere alcune piante intere e misurare la ss, sapendo poi che ogni giorno che passa la pianta perde dallo 0,5% allo 0,8% di umidità.
Una pianta che ha il 25% di ss e il 75% di acqua, in una settimana perde il 3,5-5,6% di umidità, diciamo il 4%. Quindi conterrà il 29% di ss.
L’insilato di mais facilmente si contamina di e.coli, clostridi, se contiene meno del 30% di sostanza secca si sviluppano fermentazioni butirriche, che lo rendono inadatto per la caseificazione a lunga stagionatura, leggi grana padano.
Se l’insilato di mais contiene più del 36% di sostanza secca, avrà fermentazioni aerobiche che riducono i valori nutrivi, perché un insilato asciutto è malamente compattabile coi trattori.
Raccolta dopo grandine
Bisogna valutare l’umidità presente, se alta conviene tenerlo in campo, finchè la spiga raggiunge il 30% di umidità. Durante una grandinata gli zuccheri escono dalla pianta, impregnano superficialmente la pianta, che viene colonizzata da funghi e lieviti che deprimeranno la tipica fermentazione lattica che avverrà durante la silagione. Per cui calpestare bene il trinciato e mettere batteri omolattici che rapidamente fermentano. Questi insilati vanno poi consumati prima degli altri.
L’apertura del silos
L’apertura del silo avviene dopo 40 gg di insilamento, comunque dopo il raffreddamento. Il fronte di taglio dovrebbe avanzare di almeno 10 cm al giorno.
Valori analitici del silomais
La densità è la quantità di s.s./m3, ebbene la densità minima è di 225 kg di s.s./m3, cioè 680 kg di un insilato al 33%. Durante l’insilamento si può perdere anche più del al 15% della sostanza, perché il silomais respira, sviluppa calore, libera CO2 e percola liquidi zuccherini.
Le perdite sono soprattutto superficiali per la presenza di aria.
L’insilato non deve scaldarsi: la temperatura superficiale a contatto con l’aria non più di 2 °C rispetto all’ambiente.
Acidi grassi volatili
Odore acidulo: il pH deve essere inferiore di 3.70.
Un buon insilato deve contenere lattico dal 3 al 14% sulla ss, butirrico meno dello 0,3%.
Rapporti sul totale degli acidi grassi volatili > 60 lattico, < 25 acetico, <5 butirrico.
Il cappello è la parte più superficiale, 40 cm, quindi quella più a rischio, andrebbe acidificata ad es. con ac.propionico.
Proteine
L’azoto ammoniacale deve essere meno del 10% dell’azoto totale.
Amido
Il Mais trinciato ha un contenuto di amidi tra il 30 e il 35%.
Nel cappello e ai lati si riduce l’amido al 20.
La degradabilità ruminale dell’amido dell’insilato di mais è all’85%, mentre la farina è al 70%.
Nelle feci possono esserci cariossidi, se ce n’è tante è dovuto a cattiva rottura operata dalla schiacciagranella posizionata sulla trinciatrice e a scarsa fibra nella razione.
Fibra
Nelle vacche da latte il silomais apporta più del 50% di fibra da foraggi, sulla ss.
La classificazione della fibra nell’insilato: NDF, ADF e ADL.
NDF: Fibra neutro detersa o fibra totale,
ADF: Fibra acido detersa a lenta degradazione,
la differenza NDF – ADF = emicellulose,
ADL: Lignina acido detersa non digeribile.
Valori sul secco in %: NDF 40, ADF 20 e ADL massimo 3.
La digeribilità della NDF (dNDF) è la percentuale di NDF digerita all’interno del rumine, varia tra il 50 e 60%.
I trinciati di 2° raccolto hanno una fibra più digeribile.
Analisi di un insilato
Esempio di Analisi di un insilato centrale al 35% di secco:
Pg 8, Fg 23, NDF 44, ADF 30, ADL 4, EE 4 ceneri 6, Amido 27, (EE estratto etereo, cioè i grassi).
Trincea volante per insilati
Un modo economico e veloce di approntare la trincea per gli insilati si fa utilizzando gli onnipresenti balloni insilati.
Prima si spiana il terreno, che viene ricoperto con un abbondante telo di plastica robusto. Poi si costruiscono le pareti mobili della trincea con una fila doppia di balloni fasciati di fieno silos. Quindi l’abbondante telo di plastica robusto risale lateralmente sui balloni. Ora si distribuisce l’insilato, lo si pressa per far uscire tutta l’aria. Si ricopre con un telo, e si ferma il tutto con dei sacchetti di sabbia.