Come liberarsi dalla anidride carbonica ? Ci sono alcuni progetti già operativi che prevedono di prendere la CO2 direttamente dalle centrali termoelettriche, dalle acciaierie, dai grandi complessi industriali che la producono, e poi stoccarla nel sottosuolo o sotto gli oceani. Altri che guardano quello che fa la natura da miliardi di anni.

L’anidride carbonica si decompone nell’atmosfera ?

L’anidride carbonica si decompone lentamente nell’atmosfera persistendo cent’anni, forse millenni. L’unico modo che la natura ha per liberarsi dall’inquinamento da anidride carbonica è la fotosintesi clorofilliana e la produzione di scheletri di calcio carbonato.

La fotosintesi clorofilliana sequestra temporaneamente l’anidride carbonica

La fotosintesi clorofilliana avviene nei cloroplasti delle cellule vegetali delle foreste (carboidrati 75% e lignina 25%) sulle terre emerse e del fitoplancton oceanico Il prodotto finale è il glucosio, una molecola facilmente demolibile che libera velocemente nuova CO2.

Il glucosio viene immagazzinato nelle cellule vegetali come polimeri di amido, cellulosa e lignina. Ma i vegetali nel giro di giorni o secoli muoiono, marciscono e liberano nuovamente la CO2, oppure possono essere bruciati per produrre energia.

La fossilizzazione della cellulosa e della lignina

Il carbone si è formato 400 milioni di anni fa dalle foreste di equiseti e felci, il petrolio 100 milioni di anni fa dalla decomposizione del plancton oceanico. La fossilizzazione avviene tuttora, pensiamo alle torbiere, ma non abbiamo tutto questo tempo, dobbiamo liberarci dall’inquinamento da anidride carbonica ora.

Allora la fotosintesi ci libera da nuova CO2, ma non dalla vecchia CO2. Il sequestro definitivo della CO2 avviene in natura con la produzione di carbonati di calcio.

Gli scheletri di calcio carbonato sono un sequestro definitivo dalla CO2

Il calcio carbonato (CaCO3) è il secondo minerale più presente sulla crosta dopo i silicati (SiO). Il 4% della superficie terrestre è fatto di calcio carbonato. Questi carbonati contengono 1,5 milioni di miliardi di tonnellate di CO2.

Le scogliere di Dover in Inghilterra, le Dolomiti trentine sono depositi di calcio carbonato, più esattamente di conchiglie fossilizzate. Gli animali marini e terrestri utilizzano i carbonati di calcio per il guscio e lo scheletro. I gusci dei molluschi sono fatti per oltre il 95% da carbonato di calcio.  Nel tempo gli scheletri precipitano e formano rocce sedimentarie calciche, appunto le nostre Dolomiti. Oppure i depositi corallini.

Per capire il fenomeno, pensiamo al fatto che ogni anno oltre 7 milioni di tonnellate di conchiglie vengono scartate dall’industria dei frutti di mare e tornano negli abissi marini.

La ricerca:

Si cerca di riproduzione in laboratorio l’esoscheletro dei ricci di mare con il nickel come catalizzatore di reazione, che sia la soluzione all’inquinamento da anidride carbonica ?

Il carbone vegetale sequestra il carbonio dell’anidride carbonica

Il carbone vegetale usato come concime, sequestra il carbonio dell’anidride carbonica atmosferica.

La catalisi gallica trasforma la CO2 in carbonio solido: dopo aver estratto la CO2 dall’atmosfera, la si aggiunge a un liquido contenente il gallio, un metallo liquido giallo. Il liquido viene attraversato da una debole corrente elettrica, quindi il carbonio precipita sul fondo. Questo carbonio immagazzina l’energia elettrica, divenendo di fatto una nuova batteria elettrica.