L’etologia delle nutrie studia il comportamento dei castorini, compagnia recente ma costante delle nostre campagne e delle nostre città (vedi Torino). Il nome scientifico della nutria è Myocastor coypus. Tassonomicamente è un roditore istricoforme, quindi non è un parente stretto dei ratti.

Myocastor coypus

Myocastor coypus o castoro sudamericano di palude, “South American Swamp Beaver”, è un roditore filogeneticamente prossimo al castoro e al capybara. Il nome comune è nutria, perché venne confusa dai conquistadores spagnoli con la lontra che non è un roditore erbivoro ma un mustelide carnivoro. Anche se Pupi Avati ne parla nel suo romanzo “L’alta fantasia” a proposito della morte di Dante a Ravenna nel 1321, in verità la nutria giunse in Italia solo dopo la prima guerra mondiale, come modo spiccio di dare la pelliccia a tutte le signore.

Ora una breve descrizione fisica, perchè l’anatomia determina l’etologia delle nutrie.

Aspetto fisico della nutria

La Nutria è un roditore erbivoro dal corpo tozzo. Il corpo è lungo fino a 60 cm, pesa fino a 10 kg, il pelo ispido grigiastro scuro, la coda è lunga 2/3 la lunghezza del corpo. Le zampe anteriori sono libere con forti unghie per scavare i cunicoli, mentre le zampe posteriori sono palmate per consentirle di muoversi agevolmente in acqua.

Alimentazione della nutria

L’aspetto più importante dell’Etologia delle nutrie è l’alimentazione. Il castorino si nutre di vegetali e talvolta di piccoli animali: radici, fusti e foglie di mais, soia, barbabietole, erbe dei fossi, cortecce degli alberi, molluschi, uova e piccoli uccelli. Nella campagna coltivata a mais, non trovando altro fanno razzia. Invece il sorgo è poco appetito. Si stima che mangino il 20% del loro peso. Le nutrie sono ghiotte di erbacee palustri come il giaggiolo acquatico.

La nutria è un roditore erbivoro, la sua dentizione comprende 1 incisivo ricurvo a crescita continua rivestito da smalto arancione, 0 canini, per cui c’è un diastema o spazio con successivi molari: 1 premolare, 3 molari, superiori e inferiori, per un totale di 20 denti.

Riproduzione della nutria

La nutria raggiunge la pubertà dopo 2-3 mesi se nasce nei mesi caldi, 9 mesi se nasce nei mesi freddi. La nutria si riproduce  2 volte all’anno, la gestazione dura 4 mesi e partorisce 5-10 cuccioli. Se fa molto freddo riassorbe qualche embrione, per cui possono nascere meno cuccioli. I piccoli dopo 24 ore dalla nascita seguono la mamma a nuoto. Quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli abortisce e non viene in calore. In una comunità le femmine sono quasi sempre gravide.
La gestazione della nutria dura 128-130 giorni.
La nutria può partorire 2-3 volte l’anno. I picchi delle nascite si hanno nei mesi di maggio, settembre e novembre.

Etologia delle nutrie

Le Nutrie come i topi hanno un buon udito e olfatto ma la vista è debole.

Le nutrie vivono in colonie, d’inverno è facile vederle prendere il sole in gruppo mentre pascolano alla ricerca continua di cibo, sui prati delle campagne o sulle rive dei fiumi delle nostre città: basta andare sul Po a Torino.

La nutria marca il territorio con una sostanza oleosa di ghiandole orali e perianali.

Si stima che nelle zone umide particolarmente vocate esistano più di 3 esemplari per ettaro. In cattività una nutria può vivere oltre i 5 anni, ma in natura l’età media è inferiore a 1 anno. Dalla lettura del peso secco dei cristallini è possibile determinare l’età con una certa precisione, e si è visto che le femmine sono più giovani (7,5 mesi) dei maschi (9 mesi ).

Il fatto di non avere nemici naturali, forse la volpe per i cuccioli, e il fatto di riprodursi molto bene e trovare cibo in abbondanza, ha fatto sì che il castorino sia dilagato, tanto che si stimi che in Lombardia ce ne siano almeno 2 milioni.

Ambiente della nutria

E’ raro osservare le nutrie oltre i 200 metri da un corso d’acqua, e non si è mai osservata in collina. La pianura padana è il territorio ideale per il castorino, perché è un territorio ricco di fiumi e canali in cui può costruire gallerie lungo le rive. Le coltivazioni di mais sono una manna per le nutrie. Invece il sorgo, che è tipico delle zone più asciutte, risulta molto più indigesto . La nutria non obbligatoriamente fa gallerie, infatti se la vegetazione fra le rive è abbondante, si sente al sicuro e costruisce il nido tra gli arbusti e i canneti, se invece le rive sono pulite come nella campagna padana, scava dei cunicoli lunghi 3 metri e più.

Le gallerie scavate dalle nutrie

La galleria viene scavata nell’argine a partire dal fondo del canale, il foro di entrata si trova a livello delle condizioni di magra, l’apertura misura 20 cm di diametro, la galleria prosegue nell’argine, perpendicolarmente al percorso del canale, con un diametro di 30-40 cm per almeno 3 metri, si è osservato tane lunghe 9 metri. In fondo alla galleria c’è una piccola camera che è più alta rispetto all’ingresso per evitare il rischio di allagamento. Raramente le gallerie sono ramificate. In ragione della lunghezza le tane possono contenere 3 o più nutrie.

Le gallerie scavate negli argini, li indeboliscono divenendo un pericolo grave per la gestione delle acque e la viabilità delle strade.

Per tale ragione Vi invitiamo alla consultazione del Come affrontare il problema nutria.