L’Etologia di ratti e topi studia il loro modo di vivere e le loro abitudini.

Perché studiare l’etologia di ratti topi ?

Studiare l’etologia di ratti e topi, significa apprendere le abitudini di quei roditori che possono trasmettere all’uomo malattie molto gravi e frequenti come salmonellosi e leptospirosi e più un insieme importante di altre malattie.

I ratti e i topi contaminano gli alimenti e danneggiano gli impianti elettrici, per la loro costante necessità di rodere con gli incisivi a crescita protratta.

Vediamo ora come si muovono nell’ambiente e nel rapporti sociali.

Il cervello dei roditori

I topi, come i cani e come gli uomini hanno una mappa dell’ambiente in cui vivono, similmente alla mappa stradale che si forma nella testa degli automobilisti. I roditori, come i cani della prateria, sono gli animali con le maggiori capacità linguistiche, infatti comunicano fra loro grandi informazioni come il colore e la taglia dei vestiti degli uomini.

Gli organi di senso dei roditori

L’importanza dei sensi per i roditori è molto diversa che per noi.

Le vibrisse, i famosi baffi del ratto, consentono di tastare l’ambiente, per cui possono muoversi agevolmente anche nel buio.
L’olfatto è potente perché permette di distinguere i soggetti familiari dagli estranei e distingue i maschi dalle femmine.
Se un maschio estraneo viene sporcato con l’urina di una femmina non viene aggredito dagli altri maschi.

L’odore del maschio, che sia uomo o altra specie di mammifero, spaventa i topi maschi. Invece la presenza delle donne non li spaventa.

L’olfatto permette agli estranei di sentire le urine usate per marcare il territorio e quindi di tenersi lontano se non si vuole lottare.
Il gusto è molto acuto ed è importante per decidere cosa mangiare e cosa rifiutare.

L’udito sente anche gli ultrasuoni fino a 100 kHz.
Il ratto emette e riceve gli ultrasuoni che vengono usati come radar.
Le diverse frequenze d’onda emesse dai ratti segnalano richiamo, pericolo,
aggressività e sesso.

La vista non è necessaria per la sopravvivenza. La vista è specializzata per la notte, vede solo una scala di grigi, nel raggio di 10 metri, quasi insensibile al
rosso.

La socialità dei ratti e nei topi

Nei topi domestici ogni maschio dominante controlla una ventina di soggetti: fino a 5 femmine, due o tre maschi di rango inferiore e tanti giovani topi.
Nei ratti ogni maschio dominante controllo fino a 20 soggetti in rigida scala gerarchica, più spesso i ratti nanziani dominano sui giovani. I ratti grigi formano colonie molto più numerose che i ratti neri.
L’olfatto è il senso che aiuta i ratti riconoscere la gerarchia.
Il ratto grigio è molto competitivo con i con i ratti neri
Il sovraffollamento è particolarmente nefasto per la società dei topi e ratti, è stato descritto in modo esemplare dallo scienziato John Calhoun.

L’esperimento di John Calhoun sul sovraffollamento dei topi

Lo scienziato americano John Calhoun racchiuse 8 topi in un quadrato circoscritto di 2,7 metri per lato, con pareti alte 1,3 metri, soffitto aperto,
contenente 256 nicchie. I topi erano alimentati ad libitum, cioè senza limiti,
temperatura controllata, né caldo né freddo, senza malattie e predatori.
Dopo due mesi di adattamento, la popolazione di topi ogni due mesi raddoppia.
Poi la crescita rallenta e dopo un anno raggiunge la popolazione di 620 topi.
Dopo 256 gg dall’inizio dell’esperimento si raggiunge il massimo di 2200 topi. Da quì iniziano le prime anomalie comportamentali, visibili nella sessualità e nell’abbandono della prole e ne cannibalismo nonostante la presenza costante di cibo (non capita di osservarlo anche nei maiali?).
Dal 600° giorno inizia a calare la popolazione, l’ultimo parto avviene il 920° giorno. Dopo 5 anni i topi sono tutti morti.
E’ evidente che l’unico vero limite alla loro crescita oltre al cibo è lo spazio.

I movimenti dei ratti

Il ratto normalmente non è un animale vagabondo, vive a pochi metri di distanza dalla sua tana. Se viene portato lontano dalla tana, anche di qualche km, riesce poi a raggiungerla. Un ratto nella sua vita percorrere sempre lo stesso percorso, conosce tutti gli anfratti del suo percorso, perché un ratto che conosce bene il suo territorio riesce più facilmente a sopravvivere. 

Ma a che velocità corre un ratto ? Un ratto corre 20 km all’ora.