Già Italo Calvino nel 1974, sul contrasto ambientale dei ratti, intervistato da Radio Rai 3, disse: ” Ci sono i topi, i topi aumentano sempre, perchè tutte le campagne di derattizzazione non fanno che selezionare topi più resistenti ai nuovi veleni (ndr: un po’ come avviene con l’antibioticoresistenza). Le città saranno popolate da queste masse enormi di topi che usciranno alla luce del giorno…”.
Contrasto sull’ambiente
Il Contrasto ambientale dei ratti è l’unico modo sostenibile di lotta ai roditori. Si modifica l’ambiente, impedendo ai ratti di entrare nei luoghi dove vive e lavora l’uomo.
Bonifica ambientale
Si inizia con la bonifica ambientale, si eliminano tutti quei materiali che permettono al roditore di nascondersi e nidificare indisturbato: discariche, macerie, cianfrusaglie, detriti, cataste di legna, erba alta.
Contrasto ambientale dei ratti all’ingresso
Attorno agli edifici, si ricopre il terreno con cemento o asfalto per impedire ai roditori di scavare un tunnel. Le pareti esterne vanno rese lisce il più possibile circondando la base dell’edificio di una fascia in film plastico rigido alta 50-100 cm.

Gli edifici “a prova di roditore” “rodent- proof” non devono avere aperture che permettano l’ingresso ai ratti.
Porte integre ma non perfettamente a tenuta possono permettere l’ingresso dei roditori: la fessura tra la porta e il pavimento deve essere inferiore a 1,5 cm.
Ogni porta di legno deve essere ricoperta con una lamina metallica alta 30 cm nella parte inferiore in prossimità del pavimento.

Ogni finestrella a contatto col suolo nelle città e tutte le finestre delle stalle in campagna vanno chiuse con reti doppie, una rete esterna anti-ratto con maglia da 1,5 cm con filo di almeno 1 mm, la maglia metallica avrà un’area inferiore 2 cm quadrati, e una rete interna anti-topo con maglia 6×6 mm.
I fori nei muri
Le tubature che entrano negli edifici, attraversando i muri, devono essere sigillate con cemento o con piastre metalliche. E’ importante conoscere le vie d’accesso dei ratti dentro l’edificio, talora sono buchi lasciati improvvidamente dal costruttore oppure crepe che si sono formate nel tempo. I vecchi derattizzatori tappavano col cemento i buchi, ma spesso anche il cemento cedeva di fronte agli incisivi murini, per cui l’espediente barbaro era di mettere nel cemento ancor molle schegge di vetro e lana d’acciaio.
Contro il ratto equilibrista

I fili della corrente possono diventare una via di passaggio dei topi quindi queste vie vanno interrotte con dei lamierini che creino un ostacolo al ratto nero, è il ratto nero l’arrampicatore equilibrista.
Gli scarichi fognari
Gli scarichi della rete fognaria vanno grigliati, per impedire l’accesso al ratto grigio.

Le fessure dei tombini vanno coperte con delle reti metalliche per impedire l’entrata e l’uscita del ratto grigio.
Insomma tutto ma proprio tutto va sigillato.
I ratti dentro le stalle
In molti edifici le le pareti esterno sono doppie, perchè hanno uno strato centrale isolante, polistirolo, e spesso i roditori trovano un buco e vi si infilano per nidificare: un disastro. In passato nelle porcilaie del pavese si stendeva una rete sopra le baste e sulla rete dei balloni di paglia di riso che diventano dei mega condomini di ratti. Oppure sotto i grigliati bovini, sui liquami si formano dei crostoni solidi dove i ratti impazzano.
I ratti negli allevamenti avicoli
Le file inferiori delle gabbie delle galline ovaiole devono essere staccate dal pavimento dell’edificio almeno 35 cm.
Eliminare l’abbeverata ai ratti e ai topi
Visto che i roditori vivono anche di acqua, bisogna eliminare dentro gli edifici tutte le possibili fonti di acqua.
Competizione dentro le popolazioni murine
Lo spazio è un fattore importante tanto quanto l’alimentazione (John Calhoun), questi interventi mirano a ridurre dello spazio disponibile, e così si favorisce la competizione e la predazione interna delle popolazioni murine, cioè i ratti devono entrare in guerra fra di loro.
Extrema ratio
Se il contrasto ambientale dei ratti è impraticabile allora, e solo allora si procede alla derattizzazione.