Il tempo
Il tempo è una grandezza fondamentale.
La realtà si muove nel tempo, per cui molti fenomeni per essere misurati hanno bisogno anche del concetto di tempo. Un fenomeno ha inizio in un tempo e termina dopo un certo intervallo di tempo.
Il tempo si misura in secondi.
Per essere più precisi possibili, si osservano le oscillazioni del Cesio 133, in un secondo la radiazione emessa dal Cesio 133 compie 9 miliardi di oscillazioni, esattamente 9.192.631.770 oscillazioni. Tuttavia anche questo modo di misurare il tempo non è perfetto, infatti ogni 20 milioni di anni abbiamo una discrepanza di un secondo.
L’esperienza normale del tempo
L’idea del secondo nasce dalla divisione di un giorno in 24 ore, divise a loro volta in 60 minuti, e poi ogni minuto in sessanta secondi: cioè 86.400 secondi al giorno. Poi s’è scoperto che il giorno, cioè la rotazione completa della Terra sul suo asse, non è poi così costante, e si è passati al Cesio 133.
La misurazione del tempo nell’antichità
Nella grotta di Lascaux 17.000 anni fa disegnarono il calendario del ciclo riproduttivo dei cervi e dei cavalli. Usavano le stelle per definire le stagioni. Gli egizi 5.000 anni fa usarono le stelle per definire le ore, e se c’erano le nuvole usavano l’acqua misurando il tempo che impiegava a riempire un recipiente. Suddivisero il tempo in 12, perché il 12 si può dividere per 2, 3, 4.
Inizialmente si comprese che il giorno dell’equinozio era lungo come la notte.
Poi usarono le meridiane, ma la lunghezza delle ombre e dell’ora cambia col passare dei giorni e delle stagioni, finché non si arrivò nel XIV secolo quando si inventò l’orologio meccanico. Si regolava l’ora sul mezzogiorno, quando il sole è sopra la testa. Ma da una città e l’altra il mezzogiorno è diverso, per cui si incominciò a uniformare l’ora con il treno. Poi si regolò l’ora con il meridiano londinese di Greenwich, giacché era inglese l’impero mondiale. Così siamo arrivati allo standard universale del tempo.
Una unità di misura derivata dal tempo è la velocità.